Ti è mai capitato di guardarti indietro e avere la sensazione che gli ultimi anni siano passati in un battito di ciglia? A me sta succedendo proprio in questi giorni. Vent’anni fa, esattamente il 9/9/99, ha preso vita ufficialmente il progetto Residenze d’Epoca. Un progetto nato con l’obiettivo di “promuovere turismo ed eventi di alto livello in castelli e dimore storiche di pregio per tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale italiano”.

Ora, in un mercato inesistente dove nessuno conosceva queste realtà, creare il primo circuito specializzato in castelli e dimore storiche rappresentava un vero e proprio salto nel buio. La domanda più frequente era: «Ma perché, pure qui in Italia esistono castelli dove si può dormire?!?». La seconda era: «Ci sono la corrente e l’acqua calda?».
«Nei castelli ci sono la corrente e l’acqua calda?»
Era l’epoca dei gettoni e delle cabine telefoniche, dei fax e delle cartoline col francobollo, degli acquisti al negozio sotto casa e delle Pagine Gialle. Internet, Facebook, Google, Apple, Amazon & Co. non esistevano. A quei tempi, in cui il vero problema era la carenza di informazioni, Residenze d’Epoca rappresentava l’unica porta di accesso verso un mondo sconosciuto. In ogni regione le dimore storiche in grado di ospitare soggiorni o eventi si contavano sulla punta delle dita e scovarle era come cercare l’Arca Perduta.

Si partiva all’avventura, si bussava alle porte, si chiedeva in giro, si raccoglievano indizi. Poi si stampava il catalogo cartaceo e si spediva tramite posta ad una lista di clienti costruita con fatica solo col passaparola. Le informazioni sulle “misteriose” dimore storiche erano poche, frammentate e difficili da reperire.
Oggi, dopo 20 anni, abbiamo il problema opposto. La diffusione di Internet, la connessione 24/24, l’arrivo degli smartphone, la nascita dei portali di massa hanno contribuito a creare un continuo bombardamento di dati, messaggi e notifiche che ci sovrasta in ogni momento. Da una carenza di informazioni siamo passati ad un eccesso di informazioni. Quel mercato di nicchia che negli ultimi decenni abbiamo contribuito a sviluppare è nel frattempo cresciuto.
Purtroppo, però, non sempre la crescita quantitativa è andata a braccetto con una crescita qualitativa. Molti si sono improvvisati imprenditori rilevando strutture, spesso non ‘storiche’ bensì soltanto ‘vecchie’, per poi buttarsi nella mischia pronti a cavalcare l’onda e approfittare del buon nome che le residenze d’epoca di pregio avevano saputo costruirsi con pazienza e fatica nel corso degli anni.

Parliamo di realtà di livello discutibile, con standard qualitativi e di accoglienza appena sufficienti, che sfruttano l’appellativo di “dimora storica” o di “residenza d’epoca” in modo improprio, danneggiando l’immagine e il prestigio delle poche, vere dimore storiche di eccellenza presenti sul nostro territorio. Oltre a questo, il proliferare di strutture di medio/basso profilo – spesso a poco prezzo e rivolte alla massa – confonde le persone di buon gusto che sono alla ricerca di location eleganti e di pregio per incorniciare i loro momenti più intimi e memorabili. Persone che incontrano sempre maggiori difficoltà a riconoscerle in mezzo al mucchio di location improvvisate che hanno invaso il mercato. È la sindrome dell’ago nel pagliaio. Spesso bastano un sito ben fatto e qualche bella immagine ‘photoshoppata’ per trarre in inganno dei clienti ignari e a farli cadere nella trappola, portandoli ad accontentarsi di una seconda scelta. Una scelta di ripiego che li allontana dalla dimora storica ideale, quella che sarebbe stata invece perfetta per loro.

Ecco come è cambiato il ruolo di Residenze d’Epoca. Vent’anni fa era quello di far conoscere le migliori dimore storiche in un mercato pressoché inesistente, oggi è invece quello di farle riconoscere in mercato iper- saturo e sempre più rivolto alla massa. Anche per questo i nostri criteri di selezione sono diventati via via sempre più rigorosi.
Delle 8.000 dimore storiche candidate ad entrare nel nostro circuito, meno di 400 hanno finora ottenuto il nullaosta per far parte della nostra collezione. Questo significa che abbiamo scartato oltre il 95% delle strutture, i cui standard non sono stati ritenuti all’altezza dei nostri criteri di qualità e di eccellenza. Lo abbiamo fatto affinché una persona di alto livello, sensibile e di buon gusto come te possa riconoscere subito i castelli e le dimore storiche che davvero contano in Italia, gli unici in grado di garantire un servizio di accoglienza impeccabile e un’ospitalità di altissimo livello.

Una collezione molto esclusiva, dunque, ancora oggi rigorosamente a numero chiuso. Molti la definiscono anche troppo esclusiva. Ma di solito la critica proviene dai gestori di una delle ‘fabbriche di matrimoni’ e ‘discount di vendita camere’ che sono state scartate e che non hanno mai avuto tra le loro priorità quella di mettere in luce il fascino unico, il prestigio, l’intimità e le suggestive atmosfere che avvolgono le mura secolari di questi gioielli senza tempo. Gioielli che noi continueremo a promuovere, valorizzare e tutelare come meritano, anche grazie ad “ambasciatori” come te che sono in grado di apprezzare il valore di questo inestimabile patrimonio.

Perché l’Italia è un posto meraviglioso, ricco di storia, arte, cultura. E le nostre residenze d’epoca sono lo scrigno dove queste preziose virtù sono custodite, tutte insieme, in un magico e indissolubile abbraccio.
«L’Italia è un posto meraviglioso, ricco di storia, arte, cultura. Le nostre residenze d’epoca sono lo scrigno dove queste preziose virtù sono custodite, tutte insieme, in un magico e indissolubile abbraccio.»