Alberi straordinari, le querce. Così maestose da raggiungere i 30 metri di altezza. Così possenti da superare i 6 metri di circonferenza. Così longeve da passare agevolmente i 500 anni di età. Basti pensare a quella di Grottone in Basilicata, che ha un’età stimata di 614 anni, un tronco di 7,22 metri di circonferenza e un’altezza di circa 20 metri. Oppure all’albero più vecchio del mondo, una quercia di ben 13.000 anni incuneata tra massi di granito spazzati dal vento nel Riverside, in California, sopravvissuta dall’ultima era glaciale a innumerevoli incendi, periodi di siccità, al freddo estremo, a tempeste e fortissime raffiche di vento. Il segreto delle querce sono le loro radici.

Come tutti gli alberi più maestosi e possenti del mondo, la quercia possiede radici forti e vigorose che si diramano per centinaia di metri al di sotto di essa. Radici che sostengono il suo peso e la ancorano saldamente al terreno, ma soprattutto le permettono di assorbire tutto l’ossigeno, i nutrienti e l’energia necessari per crescere e svilupparsi.
Anche l’Italia è come una quercia: bella, affascinante e maestosa. Una quercia, però, che inizia a mostrare segni di stanchezza. Le foglie diventano gialle. I rami si spogliano. Il tronco inizia a piegarsi. E’ vero che il nostro Paese sta attraversando un periodo difficile dal punto di vista economico, politico e sociale. Ma varare riforme, effettuare manovre finanziarie o sostenere cambi di Governo equivale soltanto ad eliminare qualche foglia malandata qua e là, staccare qualche ramo secco e spruzzare un po’ di diserbante.

Per salvare una quercia malata bisogna scendere molto più in basso e in profondità. Bisogna andare alla radice. Il problema vero, infatti, è che le radici del nostro Paese si stanno indebolendo, sfibrando, diventando sempre più sottili. Le radici dell’Italia sono rappresentate dal nostro patrimonio storico, artistico e culturale. Un tesoro di bellezza e conoscenza che tutto il mondo ci invidia e costituisce la nostra memoria, la nostra identità e la nostra linfa vitale. Un patrimonio che ci permette di crescere, di migliorare e di evolverci come popolo, come società e come individui. Un patrimonio di inestimabile valore che non riusciamo ad apprezzare, proteggere e valorizzare.
Dimenticare il nostro passato e la nostra memoria storica significa togliere nutrimento alle nostre radici e lasciarle seccare. Ma quando le radici culturali di un Paese iniziano a seccarsi, insieme a loro muoiono la crescita e lo sviluppo. Purtroppo è questo il rischio che corriamo oggi qui in Italia, un Paese dove le radici culturali sono minacciate dall’indifferenza e dalla noncuranza e vengono spesso abbandonate, come fossero una vecchia scatola, in un angolo buio della cantina.

Per questo 20 anni fa è nato il Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza, l’Archivio Nazionale dove sono catalogate e classificate le dimore storiche di pregio che custodiscono tra le loro secolari mura le radici del nostro passato, delle nostre tradizioni e della nostra cultura.

Attraverso un rigoroso Protocollo di Certificazione e il rilascio di un prestigioso e unico Marchio di Qualità, il Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza si occupa di proteggere, tutelare e valorizzare il nostro patrimonio per restituire la dignità a castelli e residenze d’epoca che, dopo essere stati riportati al loro originario splendore, hanno aperto le porte per consentire ai loro privilegiati ospiti di “vivere” la storia e di “respirarla da dentro”. Che si tratti di una fuga romantica o di un matrimonio memorabile, in questi luoghi antichi e preziosi ci si concede il lusso di soggiornare avvolti nella storia, circondati dalla magia di atmosfere autentiche e ricche di significato.
Il Registro Italiano delle Dimore Storiche di Eccellenza lavora da sempre fianco a fianco con i proprietari di queste dimore di pregio, i quali si sono caricati sulle spalle il peso di una responsabilità – la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico – che sarebbe in realtà compito delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni che fanno spallucce e si girano dall’altra parte di fronte al degrado in cui spesso versa il nostro amato patrimonio. Siamo fortunati, dunque, perché mentre la bellezza dell’Italia viene deturpata dallo sfruttamento del territorio e sfregiata dall’indifferenza, un manipolo di eroi lotta ogni giorno per restituire dignità al nostro Paese.

Centinaia di piccoli, appassionati e ispirati imprenditori in ogni regione d’Italia si sono rimboccati le maniche per assumere il ruolo di custodi della nostra memoria e della nostra identità. Eroi tenaci e determinati che hanno investito fiumi di denaro, sacrificato il loro tempo, dedicato la loro vita per inseguire un sogno. Il sogno di accogliere nelle loro dimore storiche chi è in grado di apprezzarne il pregio e sa quanto sia importante prendersi cura delle nostre radici. Del resto, chi calpesta il passato non può costruire il futuro. Se dimentichiamo ciò che siamo, come possiamo crescere, migliorare ed evolverci?

I due acerrimi nemici del nostro patrimonio storico e culturale italiano sono l’ignoranza e l’indifferenza. Tra i due, l’indifferenza è quello più letale. Perché se l’ignorante può nascondersi dietro alla scusa di non sapere, l’indifferente è colpevole due volte perché sa e si volta dall’altra parte. Noi, però, non ci volteremo dall’altra parte. Tutti insieme, grazie anche al sostegno di “ambasciatori” come te che credono ancora nell’importanza della cultura e nella conoscenza, ci prenderemo cura delle nostre fragili radici affinché la nostra amata Italia possa tornare a crescere forte e rigogliosa, ad innalzarsi solida e fiera come la più maestosa delle querce e a dare i frutti da lasciare in eredità alle nuove generazioni. Noi non molleremo mai. Perché anche la più imponente delle querce è solo una piccola ghianda che ha tenuto duro.
«Anche la più imponente delle querce è solo una piccola ghianda che ha tenuto duro.»