L’Italia è da sempre il Paese dei grandi teatri: da sua maestà alla Scala di Milano al San Carlo di Napoli, tempio della lirica più antico al mondo. E ancora il Regio di Torino, La Fenice di Venezia, il ritrovato Petruzzelli di Bari, il Teatro dell’Opera romano, il palladiano di Vicenza, il Massimo di Palermo, che è il più grande teatro d’Italia coi suoi 3.200 posti, fino alla Pergola di Firenze, considerato il primo grande esempio di teatro all’italiana della storia. Insomma, il nostro territorio è ricco di autentici tesori dove si è fatta la storia dello spettacolo. Forse il più ricco al mondo.

A dispetto della sciatteria e dell’incuria di casa nostra, i teatri italiani continuano ad essere universalmente considerati eccellenze insuperabili. Forse perché all’estero non si dimentica la Storia. Ovvero che la rivoluzione architettonica che tra il XVIII e il XIX secolo diede origine ai teatri moderni avvenne proprio in Italia. Una rivoluzione i cui principi tecnici e stilistici da allora furono esportati in tutto il mondo: sala a ferro di cavallo e invenzione della platea, costruzione dei palchi divisi in ordini e scena resa più profonda dalle quinte prospettiche.
L’Italia è, insomma, la patria dei grandi teatri. Ma non solo. La nostra bellissima Penisola è disseminata anche di minuscoli gioielli, antichi e moderni: teatri dalle ridottissime dimensioni ma dal gigantesco fascino. E proprio in Italia sorge il teatro più piccolo del mondo: il Teatro della Concordia, incastonato tra le dolci colline umbre di Monte Castello di Vibio.

Ecco i numeri: 99 i posti (37 in platea e 62 sui palchetti), 68 i metri quadrati della sala, 50 quelli della scena e 29 quelli dell’atrio. Una minuscola meraviglia, che nel settembre 2002 è stata gratificata di un’emissione filatelica “ad hoc” in cui la si dichiara “patrimonio artistico culturale italiano”.
Il Teatro fu costruito e inaugurato nel 1808, nel pieno dell’occupazione napoleonica, per iniziativa di un gruppo di ricche famiglie locali. L’artista umbro Cesare Agretti realizzò le varie decorazioni, i fondali ed il telone. Gli affreschi vennero invece realizzati dal figlio Luigi. Nulla di anomalo, se non fosse per il fatto che all’epoca egli non avesse compiuto ancora quindici anni. Nonostante l’inesperienza, il risultato finale fu di un livello paragonabile a quello di tanti artisti già affermati.

Per salvaguardare il piccolo Teatro i proprietari fondarono nel 1827 l’Accademia dei soci del Teatro la Concordia. Per tutto l’Ottocento al suo interno si susseguirono spettacoli di ogni genere, fino agli inizi del Novecento, quando conobbe una fase di alti e bassi. Nei primi anni Novanta venne ristrutturato e riaperto al pubblico, facendo registrare oltre centocinquantamila ingressi in meno di 24 anni.
Dopo l’ultimo restauro il Comune di Monte Castello ha adottato per la struttura la definizione ufficiale di “Teatro più piccolo del mondo”. Naturalmente lo slogan ha suscitato controversie. Molti altri teatri rivendicano questo primato, a partire dai moltissimi teatrini di corte sparsi per tutt’Europa. Ed è inconfutabile che, quanto al numero complessivo dei posti, esistano anche altri teatri con meno di cento posti.
Ma solo quello della Concordia può dichiararsi tale relativamente al fatto di essere una fedelissima riproduzione in miniatura dei grandi teatri italiani ed europei: pianta a campana (o “goldoniana”), boccascena, decorazioni ad affresco sull’intera superficie e nel foyer, camerini, graticciata, sala riunioni, scalone d’ingresso, atrio, biglietteria… Tutti gli elementi classici dell’architettura del “teatro all’italiana” si ritrovano qui realizzati in perfette ed uniche dimensioni lillipuziane. Se poi si aggiungono le modeste dimensioni in cui è stato ricavato, la perfezione dell’acustica, la pregevolezza artistica ed architettonica, la dovizia di particolari con cui è stato costruito nel 1808 e la disposizione armonica dei vari elementi che lo compongono…

Ecco che lo slogan che gli è stato da sempre attribuito appare effettivamente il più calzante ed appropriato. Si tratta di una struttura di inestimabile valore, completa in ogni suo elemento: un esempio di gusto e proporzioni, un luogo dove si respira un senso di leggerezza e gradevolezza. Una vera e propria opera d’arte. Unica, nel suo genere, nel panorama teatrale italiano e mondiale. E perciò non paragonabile neppure con altri teatri ad esso affini.
«La civiltà non si misura a cubatura né a metri.»
In un documento degli inizi dell’Ottocento scritto poco prima dell’inaugurazione si legge che gli ideatori del teatro «lo fecero piccolo, a misura del paese loro, ma la civiltà non si misura a cubatura né a metri». E su questo, almeno, c’è totale Concordia!