«Il più interessante campus culturale del mondo». Così la stampa anglosassone ha definito la Fondazione Prada, lo spazio espositivo dedicato all’arte ed alla cultura contemporanea fortemente voluto da Miuccia Prada, amministratore delegato della famosissima Maison creata da suo nonno Mario nel lontano 1913. La Fondazione, presieduta da Miuccia Prada e da suo marito Patrizio Bertelli, è figlia della loro immensa passione per l’arte, la scultura in primis. In origine nasce con il nome di PradaMilanoArte.
L’intento era quello di presentare alla città di Milano e al pubblico internazionale «i progetti più profondi e stimolanti della nostra epoca», come afferma la stessa Miuccia Prada. Due anni dopo, è il 1995, nasce la Fondazione Prada, con la collaborazione di Celant, storico dell’arte e curatore del Guggenheim.
Dalla prima sede, mille metri quadri in una vecchia tipografia di via Spartaco, la Fondazione passa a un ex deposito in via Fogazzaro. Sino ad approdare, nel 2015, ad un’ex distilleria dei primi del Novecento situata a Largo Isarco, in una zona semiperiferica di Milano sud.
Il bello mi sostiene di più, son tornata all’arte. (Miuccia Prada)
E qui si compie il prodigio: diciannovemila metri quadrati rivisitati dall’architetto olandese Rem Koolhaas, che sostituisce un edificio, ne mantiene sette, ricoprendone uno interamente con foglie d’oro, e ne aggiunge altri due. Le strutture di nuova costruzione comprendono il Podium, dedicato alle mostre temporanee, il Cinema con un auditorium multimediale e la Torre, che comprende sei piani espositivi dove è stato allestito il progetto “Atlas”, una selezione di opere della Collezione Prada.
A tali edifici si aggiungono tutti gli spazi recuperati dalla struttura preesistente: alcuni adibiti a gallerie d’arte, altri a spazi di servizio, comuni e ibridi. Mentre al piano terra dell’edificio vicino all’entrata del complesso è situato il Bar Luce, progettato dal regista Wes Anderson, che ricrea le atmosfere di un tipico caffè della vecchia Milano e ricorda l’estetica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta, a cui Anderson si era già ispirato per il cortometraggio Castello Cavalcanti realizzato per Prada nel 2013.
A completare il tutto, l’elegante ristorante “Torre” posto al sesto e settimo piano dell’omonima struttura. Il progetto della Fondazione si propone come nuovo centro culturale di Milano, per consentire agli artisti di attuare idee che diversamente non si sarebbero potute realizzare. Sono le idee, infatti, le protagoniste assolute della Fondazione Prada.
Insieme a tutti i modi in cui l’umanità le ha trasformate in discipline specifiche: letteratura, cinema, musica, filosofia, arte e scienza. La Fondazione ha scelto l’arte come principale strumento di lavoro e di apprendimento: un territorio di pensiero libero che accoglie sia figure consolidate e imprescindibili sia approcci emergenti. Il risultato è un avamposto artistico e culturale che fondendo armonicamente arti differenti diventa luogo di aggregazione culturale per i cittadini. La sinergia con la città, infatti, è una componente fondamentale del progetto Fondazione Prada. Come afferma Patrizio Bertelli, amministratore delegato insieme alla moglie Miuccia Prada di tutto il gruppo: «Volevamo creare a Milano uno spazio disarticolato che di volta in volta potesse assumere un’identità differente. Questo è un luogo che insieme può essere omogeneo o disomogeneo e può vestirsi di ruoli sempre diversi».
Oltre a Milano, ove è presente anche in Galleria Vittorio Emanuele II con Osservatorio, uno spazio espositivo dedicato alla fotografia ed ai linguaggi visivi, la Fondazione Prada vanta anche una pregevole sede veneziana situata a Ca’ Corner della Regina, un imponente palazzo del Settecento affacciato su Canal Grande, fino a poco tempo fa luogo in cui erano conservati gli archivi della Biennale. Nella sede di Milano, alle mostre temporanee e alle installazioni permanenti, si affianca l’Accademia dei Bambini uno spazio dedicato che propone attività multidisciplinari, promuovendo il dialogo intergenerazionale e invitando a un’esperienza di gioco, creatività e apprendimento. Ed un fitto ciclo di mostre temporanee e di eventi. Come “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, un progetto espositivo concepito da Wes Anderson e Juman Malouf. La mostra è una riflessione sul concetto stesso di collezione e comprende 537 opere d’arte e oggetti selezionati dal regista cinematografico Wes Anderson e dall’illustratrice, designer e scrittrice Juman Malouf, provenienti da 12 collezioni del Kunsthistorisches Museum e da 11 dipartimenti del Naturhistorisches Museum di Vienna.
Ogni progetto, alla Fondazione Prada, viene abbracciato con un’energia visionaria e con un istinto difficile da trovare oggigiorno. C’è eclettismo, curiosità e voglia di sperimentare, nella costante ricerca dell’eccellenza e di ciò che di nuovo, affascinante ed urgente hanno da dire gli artisti alla società contemporanea. Un fiore all’occhiello italiano, un esempio di lungimiranza e finezza culturale, che nel nostro Paese in molti dovrebbero prendere a modello.