Lavoro, intuizione e talento. E’ con questo bagaglio, e pochi spiccioli in tasca, che Sotirio Bulgari dà vita al suo sogno. E’ la fine dell’Ottocento, quando il piccolo argentiere di Corfù sbarca in Italia in cerca di un futuro migliore. Trasferitosi a Roma, dopo qualche anno e tanti sacrifici, Bulgari riesce finalmente ad aprire il suo negozio in Via Condotti, al famoso civico 10, tutt’oggi sede principale del marchio. L’insegna è un intraprendente invito ai ricchi anglofoni di passaggio: “Old Curiosity Shop”, come il titolo di un romanzo di Charles Dickens. Le magnifiche creazioni d’argento di Sotirio, tanto apprezzate dai turisti inglesi in visita a Roma per il tradizionale Grand Tour, rappresentano il primo passo verso il successo della Maison, che a partire dagli anni Venti si dedica sempre di più all’alta gioielleria. Da questo momento in poi Bulgari si appropria dei canoni estetici dell’Art Déco, imprimendo all’estetica di questo movimento una sua particolare e originalissima interpretazione che si materializza nei suoi gioielli dalle proporzioni importanti dove fa capolino il taglio cabochon, uno degli elementi peculiari dello stile Bulgari.
L’unica parola che Elizabeth (Taylor) conosce in italiano è Bulgari. (Richard Burton)
Tutto il resto è storia: la maglia tubogas, metallica e tubolare, il primo orologio a forma di serpente, sino alle forme strutturate, geometriche e compatte che diverranno il suo carattere distintivo a partire dagli anni Sessanta. Sono gli anni della Dolce Vita, e star come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Ingrid Bergman o Anna Magnani sfoggiano i loro gioielli Bulgari preferiti agli eventi mondani. Perfino Elizabeth Taylor, che sul set del film “Cleopatra” ama indossare la sua collezione personale di gioielli Bulgari. Un amore, quello dell’attrice hollywoodiana per i gioielli firmati dalla Maison di Via Condotti numero 10, che porteranno il marito Richard Burton a pronunciare la memorabile battuta: «L’unica parola che Elizabeth conosce in italiano è Bulgari». Un design, quello di Bulgari, caratterizzato da uno stile inedito, audace e sofisticato, spesso influenzato dalla maestosa bellezza della Città Eterna e dal suo ricco patrimonio archeologico, artistico e culturale: è proprio questa la fonte di ispirazione primaria ed inesauribile di Bulgari.
A cominciare dalla grafia del logo: BVLGARI, con la tipica “u” in versione romana, che rappresenta un chiaro richiamo alle iscrizioni latine. Un filo conduttore, simbolico ed artistico, che si rivela in tutta la sua forza in quasi tutte le creazioni Bulgari: dalle cupole che rivivono nel taglio cabochon delle pietre preziose al soffitto a volta del Pantheon che riecheggia in un girocollo d’oro e diamanti, sino alla celebre collana Bib che riproduce la pavimentazione della Via Appia con zaffiri multicolori. Ma l’amore di Bulgari per il patrimonio storico, artistico e culturale della Capitale non si ferma qui. Per rendere omaggio alla città che ha contribuito al suo successo, infatti, la storica Maison ha deciso di finanziare il restauro di monumenti e siti archeologici storici per aiutarli a ritornare al loro antico splendore. A cominciare dalla scalinata di Trinità dei Monti, restaurata in occasione dei 130 anni capitolini della Maison.
E ancora il mosaico policromo della palestra delle Terme di Caracalla, che da quarant’anni non era aperta al pubblico e che finalmente può essere ammirata in tutta la sua magnificenza. Fino all’area sacra di Largo Argentina, uno dei siti più antichi della Capitale e luogo di immenso valore storico. Per ultimo, in ordine temporale, il restauro di 96 marmi della Collezione Torlonia rimasti segreti per duecento anni e che, grazie al contributo finanziario di Bulgari, potranno fare il giro del mondo attraverso un’eccezionale mostra itinerante.
«Vogliamo restituire qualcosa ad una città che ci ha dato tanto e reso famosi in tutto il mondo – dice Jean- Christophe Babin, amministratore delegato della Maison – e i cui monumenti sono stati di grande ispirazione. Sia per il design della Maison, sia per imprimere identità alla nostra creatività. Basti pensare – continua Babin – al taglio cabochon di alcune pietre, un chiaro richiamo alle cupole romane. Del resto nel mondo del lusso il gioiello rappresenta la più alta espressione dell’artigianato e della creatività: per questo si avvicina al mondo dell’arte e alla valorizzazione del suo patrimonio artistico, con cui condividiamo concetti come unicità ed eternità».
Non è un caso, dunque, che Bulgari rappresenti l’eccellenza italiana nel mondo. Un’eccellenza che da una parte si traduce in capolavori d’oro, diamanti e zaffiri, dall’altra si manifesta nel suo prezioso ruolo di marchio che s’è fatto paladino e custode dell’arte e della bellezza. E dal momento che anche le nostre residenze d’epoca sono “gioielli” di storia, arte e cultura, non possiamo che applaudire l’impegno di un partner di rilievo come Bulgari nella tutela e nella valorizzazione di un patrimonio che tutto il mondo ci invidia.