E’ una delle invenzioni più antiche dell’uomo, nata per caso: qualche nostro progenitore ha acceso il fuoco in un punto in cui l’acqua aveva ben compattato il terreno e si è accorto che la terra si era solidificata trasformandosi nella prima, irregolare, terracotta.
Oggi, quando si dice ceramica, la mente evoca subito l’immagine di antiche fornaci. Luoghi dove sapienti artigiani plasmano vasi, piatti, utensili seguendo tecniche e tradizioni tramandate per secoli. O, probabilmente, la nostra mente ricorda il tenero e ammaliante abbraccio di Patrick Swayze a Demi Moore, intenta a plasmare una caraffa d’argilla nel celebre film “Ghost”. Dal vasellame alle piccole anfore, le ceramiche sono uno dei prodotti di punta della produzione artistica italiana. In questo viaggio scopriremo quattro maestri di questa eccellenza.

Da mani d’argilla nacque il quartiere delle ceramiche di Grottaglie, lascito seicentesco del duca di Genova alla famiglia Fasano, artigiani al suo seguito dalla Liguria sin nei possedimenti della provincia di Taranto, che realizza prodotti in grado di catturare l’attenzione del principe d’Arabia Saudita, Fayed. Racconta Franco Fasano, figlio di Nicola, “marchio di fabbrica” a Fasano da tredici generazioni, «abbiamo creato grandi orci diversi anni fa.

Anche Giorgio Armani ha disegnato vasi da noi prodotti, che oggi arredano le sue dimore». Da Fasano, il metodo di produzione è lo stesso delle origini: l’argilla passa di mano in mano secondo tempi stabiliti: dal cretarulo che la prepara al torniante che la modella, fino al fornaciaro che la cuoce negli appositi forni per lasciare al decoratore il tocco finale.

Spostandoci sulla costiera amalfitana scopriamo che anche la tradizione ceramica di Vietri ha radice profonde. Risalgono, infatti, al XV secolo le prime testimonianze scritte di una produzione di brocche. Qui la tradizione viene perpetuata da aziende familiari improntate all’artigianalità dei manufatti, ai colori del sole e del mare. Ed è in questo contesto che opera la Ceramica Vincenzo Pinto. Da oltre un secolo, tra quelle mura, si scrive un diario di viaggio nel quale sono conservate le parole giuste di un vocabolario ceramico.

E’ un diario scritto da cretari, cupaiuoli, vasai, smaltatori, decoratori, fornaciari, un popolo di artigiani che creavano e creano forme, smalti, colori, decori con l’istinto di razza. E’ una fabbrica antica, quella dei Pinto, «innestata su altre antiche fabbriche», come racconta Alessandro Giovanni, dove l’istinto della fantasia, di ieri e di oggi, è quasi sospiro intimo di evasione, di racconti d’altri tempi e di altrui memorie.

Faenza, poi, è anch’essa sinonimo nel mondo di ceramica. Ma è, ancor prima, la città dove quest’antichissima arte è stata tramandata fino ad oggi. All’interno della bottega dei Maestri Maiolicari Faentini, una delle massime espressioni artigianali di Faenza, le eleganti maioliche sugli scaffali narrano le affascinanti mode e culture dei secoli trascorsi.

La bottega nasce oltre quarant’anni fa dalla passione per l’arte ceramica di Lea Emiliani. «Le tecniche utilizzate sono manuali, dalla smaltatura ad immersione in vasche piene di maiolica, alla decorazione a pennello delle maioliche», racconta la figlia Elena. Perfetta smaltatura, decorazione impeccabile nei colori e nelle proporzioni, precisione storica: sono questi gli ingredienti della bottega e di una ceramica di qualità.

Un’eccellenza già dal Medioevo è anche la ceramica di Deruta, apprezzata in tutto il mondo, che oggi rivive grazie all’opera di aziende come Ceramicarte. «Realizziamo prodotti, soprattutto tavoli», afferma il suo fondatore, «belli come la ceramica ma resistenti come una pietra». Questa viene lavorata sapientemente, a mano o con l’ausilio di speciali attrezzature, e poi cotta delicatamente.

Il giallo limone, il blu, il verde brillante e la tonalità bosco, i colori aranciati e quelli rosati sono tipici delle Ceramiche di Deruta. Mentre i soggetti più amati sono i fiori, i limoni e i frutti, sinonimo di prosperità, oltre che simbolo di una terra rigogliosa.
Rigogliosa e fiera come la nostra bella Italia, di cui le pregiate ceramiche di questi maestri artigiani rappresentano una delle eccellenze più rinomate e apprezzate.